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Letture e spunti

Prendere, lasciare

Consideriamo due opposti: prendere – lasciare. Nessuna forma di razionalizzazione. E come un sasso lanciato in un lago lascia la superficie appena increspata per qualche momento, le parole cadono, sprofondano, si inabissano.

E’ il momento di prendere contatto con il corpo, di riconoscerlo in tutta la sua pienezza, di lasciarlo deporre. Una voce accompagna quieta verso questo intimo incontro affinché possa realizzarsi uno stato di silente e pacifica resa.

E’ tempo di ascoltare il silenzio.

E poi viene il momento di incontrare una delle molte voci della saggezza senza tempo:

“La Via è vuota e leggera, liscia e imparziale, chiara e calma, flessibile e docile, limpida e pura, piana e semplice. 

Il vuoto è la dimora della Via. L’imparzialità è l’essenza della Via. La chiara calma è lo specchio della Via. La flessibilità è la funzione della Via. Il capovolgimento è la norma della Via; la cedevolezza è la fermezza della Via, la docilità è la forza della Via. La limpida purezza e la piana semplicità sono il tronco della Via.

L’imparzialità significa che la mente è priva di pastoie. Quando i desideri abituali non pesano su di te, questa è la realizzazione del vuoto. Quando non hai né preferenze né avversioni, questa è la realizzazione dell’imparzialità. Quando sei unificato e immutabile, questa è la realizzazione della calma. Quando non sei coinvolto nelle cose, questa è la realizzazione della purezza. Quando non provi né dolore né piacere, questa è la realizzazione della virtù.
Il governo degli uomini completi rifiuta ogni astuzia. Limita ciò che prende e minimizza ciò che perde. Elimina la brama delle cose preziose e diminuisce le elucubrazioni.
Limitare ciò che si prende determina chiarezza; minimizzare ciò che si perde determina concentrazione. 

Attenendosi al centro, gli organi interni sono calmi, i pensieri sono limpidi, i tendini e le ossa sono forti, le orecchie e gli occhi sono sensibili.
La Grande Via è piana e non è lontana. Coloro che la cercano lontano, prima vanno e poi tornano.

Nutri sempre un imparziale amore universale e non lasciarlo venire meno. Questa è la virtù dell’umanità.

Non indulgere ai tuoi capricci quando hai successo, e non perdere la calma quando sei in difficoltà. Segui la ragione con coerenza, senza piegarla ai tuoi desideri. Questa è la giustizia.

In una posizione superiore, sii rispettoso ma autorevole; in una posizione subordinata, sii umile ma serio. Sii deferente e cedevole, agisci alla maniera femminile. Conserva la tua posizione senza essere presuntuoso, sii condiscendente senza spadroneggiare. Questa è la cortesia.

Ciò che dà vita agli uomini è la Via, ciò che li matura è la virtù, ciò che li fa amare è l’umanità, ciò che li fa retti è la giustizia, ciò che li fa seri è la cortesia.

Il principio fondamentale dell’ascolto è svuotare la mente in modo che sia chiara e calma: metti da parte ogni sensazione, ogni pensiero, ogni riflessione. Concentra la vitalità della mente in modo che si accumuli e che l’attenzione interiore sia al suo massimo. Ottenuto tutto ciò, devi stabilizzarlo e conservarlo, devi estenderlo e perpetuarlo.

Gli uomini hanno atteggiamenti, aromoniosi o ribelli, che dipendono dalla mente. Quando la mente è disciplinata, l’atteggiamento è armonioso; quando la mente è indisciplinata, l’atteggiamento è ribelle.
Se realizzi la Via, allora la mente è disciplinata; se perdi la Via, allora la mente è indisciplinata.
Quando la mente è disciplinata, le relazioni sociali sono pacifiche. Quando la mente è indisciplinata, le relazioni sociali sono conflittuali.
La Via della Natura è come un’eco che risponde ad un suono; quando la virtù si accumula, allora sorge la fortuna; quando si accumulano i vizi, allora sorgono le contese.
Se sei attento sia alla fine che al principio, niente ti andrà male.

La Via consiste nel seguire la propria strada e nell’attendere l’indicazione del destino.
Quando la mente interiore è calma e quieta, i suoi poteri sono immensi.
Se non ci si spaventa per ogni cane che abbaia, si è fiduciosi nella giustezza della propria condizione e niente  fuori posto.
Anche se si ha un intelletto brillante, esso deve ritornare allo spirito: questo è il grande potere.” (Wen-tzu, antico testo taoista del II secolo a.C.)

E poi giunge il momento di esercitare la propria attitudine ad un atteggiamento meditativo.

Torniamo al corpo per scoprire come siamo sempre in una modalità di appropriazione, di mani pronte ad afferrare, di mandibole serrate, di piedi arpionati al suolo. E facciamo di contro l’esperienza di lasciare andare. Sulla scia degli insegnamenti di Jean Klein evochiamo sotto i palmi delle mani e le piante dei piedi grandi palloni in dilatazione… consentiamo ad un succoso frutto maturo di crescere nella nostra bocca… sentiamo il riverbero di queste sensazioni tattili investire le orecchie, le spalle, il dorso…

Prendere, lasciare…