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Letture e spunti Maestri

Ascoltare veramente

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Questo mese, nei nostri incontri, dopo esserci immersi nel silenzio, abbiamo ascoltato le parole di un grande filosofo, un ricercatore spirituale che ha sempre rifiutato il ruolo di maestro, ribadendo che la verità non può essere trasmessa a parole, ma solo scoperta in se stessi. Sono parole che invitano il ricercatore a liberarsi da ogni strada già tracciata, dal passato, dai dogmi, dalle ideologie, guardando la realtà senza alcun condizionamento.

Saper ascoltare

Vi siete mai seduti in silenzio senza fermare l’attenzione su una cosa qualsiasi, senza fare il minimo sforzo per concentrarvi, con una mente davvero calma? Se lo fate, potete ascoltare i rumori lontani e quelli vicinissimi a voi: siete in contatto coi suoni. Allora state veramente ascoltando. La vostra mente non si limita a funzionare attraverso un solo insufficiente canale. Quando ascoltate in questo modo, con grande tranquillità, senza sforzo, scoprite che dentro di voi avviene un cambiamento straordinario, un cambiamento che non dipende dalla vostra volontà e che si produce senza che voi lo chiediate; è un cambiamento che porta con sé l’immensa bellezza di una percezione profonda.

Da Il libro della vita: Meditazioni quotidiane di Juddu Krishnamurti

Sedersi in silenzio senza sforzo: sembra facile, ma solo in apparenza. Poniamo che il meditante si sieda a terra, assumendo una posizione che inviti alla distensione della colonna vertebrale. A volte è sufficiente questo a generare sforzo: articolazioni rigide, muscolatura dolorante e subito appare chiaro che quello stare seduti calmi e rilassati, come nelle tante immagini pubblicitarie che occhieggiano in ogni dove, è più una fantasia che una realtà sperimentabile nell’immediato. Un corpo tranquillo, vacante, richiede una preparazione, un lavoro, un impegno.

Una mente tranquilla è altrettanto spesso un miraggio. Si prende la risoluzione di rimanere nel puro ascolto di ciò che raggiunge i padiglioni auricolari e, qualche istante dopo, si è già impegnati a stilare la lista della spesa, a ripercorrere mentalmente un appuntamento di lavoro, a programmare il tagliando dell’auto.

Ascoltare senza schermi

Come ascoltate? Ascoltate attraverso le vostre proiezioni, le vostre ambizioni, i desideri, le paure, le angosce? Ascoltate solo quello che volete sentire, solo quello che vi soddisfa o che vi lusinga? Ascoltate solo quello che vi conforta e che attenua momentaneamente la vostra sofferenza? Se ascoltate attraverso lo schermo dei vostri desideri è ovvio che state ascoltando solo la vostra voce: state ascoltando solo i vostri desideri. Ma esiste un altro modo di ascoltare? Non è forse importante scoprire come si possa ascoltare, non solo quello che dicono gli altri, ma qualunque cosa: il rumore della strada, il cinguettio degli uccelli, lo sferragliare del tram, il fragore delle onde, la voce di vostro marito o di vostra moglie o quella dei vostri amici, il pianto di un bambino? Ascoltare diventa importante quando smettiamo di proiettare i nostri desideri. Possiamo mettere da parte tutti gli schermi che ci impediscono di ascoltare veramente?

Da Il libro della vita: Meditazioni quotidiane di Juddu Krishnamurti

Probabilmente di primo acchito ci viene da pensare che ascoltare solo se stessi sia tipico di persone vanesie, qualcosa che non ci riguarda in prima persona. Ma un minimo di riflessione più accurata ci porterà a prendere atto di quante volte non siamo davvero presenti, totalmente attenti, a quanto gli altri o l’ambiente di dicano. Anche nel dialogo siamo spesso impegnati a preparare la battuta di rimando al nostro interlocutore piuttosto che a lasciarci permeare da quanto ci viene comunicato. A volte si tratta di strategie di sopravvivenza, come quando ci relazioniamo con persone chiaramente logorroiche, ma spesso questo accade anche nell’ambito dei rapporti più intimi, svuotandoli di valore e condannandoli lentamente ma inesorabilmente al disseccamento.

Questo ascolto minato dall’ego è una delle tante facce del nostro costante vivere nella pretesa: pretesa di essere ascoltati, di essere amati, di essere rispettati, di essere riconosciuti.

Pretesa di essere, paura di non essere.

Una risposta su “Ascoltare veramente”

È vero. L’ ascolto senza intenzione è un grande dono, una forza attiva nella passività, un’ azione senza alcuna intenzionale azione un attivarsi senza farlo, e come sempre in questi casi, ciò che si scopre e si riceve va oltre….grazie infinite per questo regalo.

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